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Storia

All’anagrafe il suo nome completo è Welsh Corgi Pembroke ed è originario appunto del Pembrokeshire, una contea nel sud-ovest del Galles. Le sue origini sono incerte, alcuni pensano che provenga dalla Scandinavia, mentre altre teorie ritengono sia una razza autoctona documentata fin dal X secolo. Il nome in gallese “Ci Sodli” significa garretto, a testimoniare la sua abitudine di mordere i garretti alle mucche durante il pascolo per guidarle, questo cane allargò quest’abitudine anche alle pecore ma la pratica si rivelò poco utile e pure pericolosa. Nel 1880 i pastori del Cardiganshire, per ovviare a questo problema, pensarono di incrociare il Corgi con il Welsh Collie, altra razza da pastore utilizzata nel Galles: da questo incrocio si ritiene abbia avuto origine la varietà Cardigan. Il Corgi in origine svolgeva quindi il compito di cane da pastore guidando la mandria al pascolo, sorvegliandola di notte, riconducendo i soggetti che se ne erano allontanati. Le due razze distinte sono state riconosciute ufficialmente dalla cinofilia negli anni ’30 e da allora non sono più ammessi accoppiamenti tra le due razze, che hanno ovviamente marcato sempre più, col passare degli anni, le rispettive differenze morfologiche.
Il suo destino di cane da fattoria “tuttofare” è cambiato di colpo nel 1933 quando re Giorgio VI acquistò un cucciolo di questa razza per regalarlo alla figlia Elisabetta, la futura regina Elisabetta II, conquistando il cuore della famiglia reale che diede avvio all’allevamento conosciuto con l’affisso Windsor. Da allora i Corgi sono divenuti per definizione “i cani della regina“, e quindi essenzialmente animali da compagnia.

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Personalità

Il Welsh Corgi Pembroke è vivace, curioso ed intelligentissimo e, da buon ex cane pastore, ha conservato importanti doti di rusticità, solidità, duttilità, addestrabilità, unite a una incredibile dolcezza d’animo che lo hanno reso il beniamino delle famiglie sia nelle fattorie che negli appartamenti di oggi. Questo animale ha grande capacità di adattamento a qualsiasi tipo di vita e veramente di poche esigenze. La sua amorevolezza e socievolezza, che non sono mai espresse con troppa esuberanza, ne consentono l’uso con successo nella pet therapy, in particolare con bambini, con i quali ha un feeling assolutamente unico. Della sua vecchia attitudine di pastore ha conservato l’amore per le scampagnate, la voglia e la facilità ad imparare le cose e un fisico solido che gli consente di scendere in campo con successo in diverse discipline sportive, non solo nelle gare di condotta del bestiame ma soprattutto in agility e obedience, due discipline dove riesce a evidenziare la propria velocità e precisione.

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Cura

Non necessita di attività fisica particolarmente intensa, anche se è piuttosto difficile stancarlo. Il suo pelo corto richiede pochissime cure, pur rappresentando un’ottima protezione contro il freddo e l’umido, in quanto dotato di un fitto sottopelo. La sua origine, d’altra parte, è quella di un cane da lavoro, come pastore ma anche come cacciatore di topi, conigli, fagiani e pernici. Anche i soggetti cosiddetti “da esposizione” mantengono inalterate queste caratteristiche, contrariamente a quanto è accaduto a molte altre razze che, selezionate solo in base a caratteristiche morfologiche, hanno sì raggiunto alti livelli di perfezione estetica, ma hanno perso nel contempo qualità di carattere e di attitudine al lavoro.

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